Barista troppo sexy: le mogli dei clienti firmano una petizione per cacciarla
Da che mondo è mondo il bar è un luogo dove giovani e (soprattutto) meno giovani si incontrano per bere un bicchierino e farsi una partita a carte. Questa è la concezione tradizionale del piccolo bar di paese, e quindi quando si presenta una eccezione alla regola le reazioni non sono sempre unanimi.
È il caso di Cadelbosco di Sopra, paesino in provincia di Reggio Emilia, dove da qualche tempo lavora Lory (vero nome Gabriela Loredana Zavate), che gestisce un bar nell’area di sosta di un distributore di benzina. La 27enne ha messo in atto uno svecchiamento del locale, portando allegria, musica e curve bene in vista. Madre romena e padre brasiliano, Lory accoglie i clienti tra sorrisi, ammiccamenti e vestitini aderenti. Un "metodo" che ha aumentato il giro di clienti del suo locale.
Con la sua allegria e il suo charme Lory ha così messo in crisi l'intero paese. Sotto accusa è finito il suo modo di servire bibite, caffè e panini: ancheggiando e ballando attorno ai tavolini in maniera talmente sensuale che in paese è già iniziata una raccolta di firme per cacciarla. Da parte di chi? Ma naturalmente da parte delle donne del paese, mogli e fidanzate dei clienti.
Lory si difende: "Non faccio nulla di male, quando sento la musica mi viene da ballare". Ma intanto il caso è scoppiato e l'affaire Lory è diventato di dominio pubblico, finendo anche alla ribalta nei tg nazionali.
* Fonte ilgazzettino
venerdì 30 settembre 2011
Paulo Coelho
Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi...
Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un pò di sé, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene,ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perchè doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi, prima o poi. (Paulo Coelho)
Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un pò di sé, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene,ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perchè doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi, prima o poi. (Paulo Coelho)
giovedì 29 settembre 2011
Firenze: donna violentata
FIRENZE - Sotto choc, seminuda e ferita. Così è stata trovata per strada, alla periferia di Firenze, una donna di 39 anni, fiorentina, che ha detto di essere stata violentata da uno sconosciuto. Nelle vicinanze i carabinieri hanno trovato un coltello insanguinato. È successo all'alba. La donna stava andando al lavoro: fa la commessa in un bar. A trovarla è stato il proprietario del locale, che ha allertato i militari. Per lungo tempo, però, la donna, per lo choc non ha saputo spiegare cosa le fosse successo. Poi ha raccontato che, mentre stava aprendo il bar, un uomo che indossava una felpa con il cappuccio tirato su l'ha aggredita alle spalle, l'ha trascinata dietro una siepe, l'ha spogliata e violentata. L'uomo l'avrebbe minacciata e ferita con un coltello. Quello trovato dai carabinieri sarebbe compatibile con le ferite riscontrate sulla donna.
Paura per l'America
L’America torna ad essere il bersaglio di attentati, subito dopo aver celebrato il decennale degli attentati alle Torri Gemelle, torna la paura nel paese. Dopo le minacce di Al Qaeda del maggio scorso nei confronti degli americani circa la prospettiva di una nuova jihad, questa volta gli attentatori non sono i temibili musulmani, ma un fisico americano. Il paese non è nuovo a gesti di folli individuali (l’ultimo ad opera di un giovane in Texas che voleva far saltare in aria la sua scuola), ma questa volta c’entra la matrice islamica.
Il giovane Rezwan Ferdaus, laureato in fisica a Boston, aveva intenzione di colpire il Pentagono e il Campidoglio utilizzando degli aerei in miniatura carichi di esplosivo e da far saltare in aria con un telecomando non appena avessero raggiunto gli obiettivi designati. La storia inizia già dal 2010 Rezwan Ferdaus, quando il 26 enne aveva iniziato a pianificare la jihad contro gli USA, perchè nemici di Allah. Per il folle attentatore: “il Pentagono e il Campidoglio rappresentano la testa e il cuore del serpente” di un sistema politico oppressivo per le popolazioni arabe.
Il giovane Rezwan Ferdaus, laureato in fisica a Boston, aveva intenzione di colpire il Pentagono e il Campidoglio utilizzando degli aerei in miniatura carichi di esplosivo e da far saltare in aria con un telecomando non appena avessero raggiunto gli obiettivi designati. La storia inizia già dal 2010 Rezwan Ferdaus, quando il 26 enne aveva iniziato a pianificare la jihad contro gli USA, perchè nemici di Allah. Per il folle attentatore: “il Pentagono e il Campidoglio rappresentano la testa e il cuore del serpente” di un sistema politico oppressivo per le popolazioni arabe.
Roberto Benigni
Ridi sempre, ridi, fatti credere pazzo, ma mai triste.
pubblicata da Abbandonarsi senza difese alla propria mente (Luar) il giorno mercoledì 28 settembre 2011 alle ore 15.22
Ridi anche se ti sta crollando il mondo addosso, continua a sorridere. Ci son persone che vivono per il tuo sorriso e altre che rosicheranno quando capiranno di non essere riuscite a spegnerlo. [Roberto Benigni]
Pensione anticipata
I lavoratori addetti ai lavori usuranti possono ottenere l’accesso alla pensione con anticipo. Il Decreto Legislativo n. 67 del 21 aprile 2011 ha introdotto infatti il pensionamento anticipato per quelle categorie di lavoratori che svolgono mansioni con particolare usura della loro capacità lavorativa.
E per ottenere il diritto al pensionamento anticipato e alla presentazione della domanda, il lavoratore deve comunque possedere i requisiti di anzianità contributiva (35 anni) e di regime di decorrenza al momento del pensionamento. Si tratta infatti di un anticipo di 3 anni dal 2013 e secondo un particolare regime transitorio per il periodo 2008-2012, che il lavoratore può ottenere solo se ha svolto lavoro usurante almeno sette anni negli ultimi dieci per le pensioni aventi decorrenza entro il 31 dicembre 2017 oppure almeno metà della vita lavorativa per le pensioni aventi decorrenza dal 1 gennaio 2018.
Il decreto indica anche l’elenco dei lavoratori che possono presentare la domanda. Si tratta dei lavoratori addetti ad attività particolarmente usuranti di cui all’articolo 2 del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale in data 19 maggio 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 208 del 4 settembre 1999, dei lavoratori notturni, secondo i requisiti indicati nel decreto, dei lavoratori a turni e dei conducenti di veicoli. Vediamo ora termini per la presentazione della domanda al proprio ente previdenziale ed i documenti da allegare per avere l’esito positivo della pratica.
Presentazione della domanda e documenti necessari
Termini per la presentazione. Il lavoratore interessato alla pensione anticipata per lavori usuranti deve trasmettere la relativa domanda e la necessaria documentazione:- entro il 30 settembre 2011 qualora abbia gia’ maturato o maturi i requisiti agevolati di cui all’articolo 1 entro il 31 dicembre 2011;
- entro il 1° marzo dell’anno di maturazione dei requisiti agevolati qualora tali requisiti siano maturati a decorrere dal 1° gennaio 2012.
Quali sono i documenti necessari. Il lavoratore deve fornire anche degli allegati che siano degli elementi di prova in data certa da cui emerga la sussistenza dei requisiti necessari per l’anticipo del pensionamento, con riferimento sia alla qualità delle attività svolte sia ai necessari periodi di espletamento, sia alla dimensione ed all’assetto organizzativo dell’azienda.
Il Decreto Legislativo n. 67 del 2011 indica anche l’elenco dei documenti da presentare, che sono i seguenti:
- prospetto di paga;
- libro matricola, registro di impresa ovvero il libro unico del lavoro;
- libretto di lavoro;
- contratto di lavoro individuale indicante anche il contratto collettivo nazionale, territoriale, aziendale e il livello di inquadramento;
- ordini di servizio, schemi di turnazione del personale, registri delle presenze ed eventuali atti di affidamento di incarichi o mansioni;
- documentazione medico-sanitaria;
- comunicazioni annuali del datore di lavoro alla Direzione Provinciale del lavoro competente per territorio sull’esecuzione in azienda di lavoro notturno svolto in modo continuativo o compreso in regolari turni periodici;
- carta di qualificazione del conducente di cui all’articolo 18 del decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 286, e certificato di idoneità alla guida;
- documento di valutazione del rischio previsto dalle vigenti disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
- comunicazioni di assunzione preventiva;
- dichiarazione di assunzione (la lettera di assunzione consegnata dal datore di lavoro) ai sensi dell’articolo 4-bis, comma 2, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n.181, contenente le informazioni di cui al decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 152;
- altra documentazione equipollente.
La risposta dell’ente previdenziale. L’ente previdenziale dal quale deve essere erogato il trattamento pensionistico comunica all’interessato, nel caso in cui l’accertamento abbia avuto esito positivo, la prima decorrenza utile del trattamento pensionistico, la quale resta subordinata alla presentazione all’ente medesimo della domanda di pensionamento dell’interessato ai fini della verifica dell’integrazione dei requisiti previsti.
Presentazione della domanda in ritardo. La presentazione della domanda oltre i termini stabiliti dal comma 1 comporta, in caso di accertamento positivo dei requisiti, il differimento del diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico anticipato pari a:
- un mese, per un ritardo della presentazione compreso in un mese;
- due mesi, per un ritardo della presentazione compreso tra un mese e due mesi;
- tre mesi per un ritardo della presentazione di tre mesi ed oltre.
Roberto Benigni
Carla Bruni: sono esausta
Quello che dovrebbe essere il momento più bello della vita di ogni donna, a quanto pare non viene vissuto proprio così da tutte...e l'esempio è proprio la futura mamma Carla Bruni! Sentite cosa dice in un'intervista...
ESAUSTA. A quanto pare non ce la fa proprio più. Carla Bruni durante un intervista al quotidiano Le Parisien ha dichiarato di non sopportare più la gravidanza a causa dei numerosi sacrifici e rinunce. “Devo restare seduta o distesa tutto il tempo. Non posso fumare, né bere vino. Non vedo l’ora che finisca” ha infatti detto la bella Carla. Il parto è previsto per il prossimo 3 ottobre.
REAZIONI BRITANNICHE. Sono stati soprattutto gli inglesi a reagire male a queste dichiarazioni. “Carla Bruni è disperata, non vede l’ora di partorire così potrà finalmente riprendere a fumare” questo il titolo a lei dedicato dal londinese Daily Telegraph. Altrettanto maligna l’edizione on line di Marie Claire Uk “La Bruni non ne può più di questa gravidanza tutte rinunce“. Un frequentato blog per mamme MadeforMums non usa mezzi termini ”Carla Bruni è satura, vuole che il bimbo arrivi presto così potrà tornare a bere e a fumare“. Dagli Stati Uniti Huffington Post rileva che «Carla Bruni non può più aspettare, vuole riprendere a bere e fumare dopo la gravidanza».
SECONDO FIGLIO. Questo sarà il secondo figlio per la première dame di Francia, il primo con l’inquilino dell’Eliseo. La Bruni ha già infatti un figlio, Aurelien, nato nel 2001 dalla relazione con l’ex compagno Raphael Enthoven. “Dal primo ottobre, potrebbe arrivare in ogni momento - ha previsto lei – Il mio primo figlio, Aurelien è nato prima del termine”.
Incidente del Laconia
Incidente del Laconia fu l'affondamento del transatlantico RMS Laconia, avvenuto la notte del 12 settembre 1942 al largo delle coste dell'Africa occidentale, nei pressi dell'isola di Ascensione, ad opera del U-Boot tedesco U-156 comandato dal capitano di vascello Werner Hartenstein, durante la seconda guerra mondiale.
Il Laconia era un transatlantico, varato nel 1921, appartenente alla flotta della Cunard Line, di 19.695 tonnellate, convertito dagli inglesi in mercantile armato per il trasporto delle truppe. Nel luglio del 1942 soldati italiani fatti prigionieri dagli inglesi, a seguito della battaglia di El Alamein, vennero inoltrati a Port Tewfik a bordo di zattere ed imbarcati sull'unica nave disponibile in quel momento, il transatlantico Laconia, che fu adibito al trasporto in Inghilterra dei soldati, degli ufficiali e del personale militare, insieme alle loro famiglie. Sulla nave erano imbarcati 463 ufficiali e uomini di equipaggio, 286 militari inglesi in qualità di passeggeri, 1.800 prigionieri di guerra italiani, 103 guardie polacche e 80 tra donne e bambini
Dopo aver letteralmente stipato i circa 1.800 prigionieri nelle stive che potevano contenerne solo la metà, la nave fece tappa in diversi porti quali Aden, Mombasa, Durban e Città del Capo, dove sembra sia stata cambiata la destinazione, ossia dalla Gran Bretagna alle coste degli Stati Uniti, spiegando di conseguenza il motivo dell'azzardato allontanamento dalle coste africane per spingersi in pieno Oceano Atlantico.
La notte del 12 settembre, il transatlantico, navigando a luci spente e zigzagando come di routine per evitare gli attacchi dei sommergibili nemici che pattugliavano tutti i settori dell'Atlantico, si trovava nei pressi dell'isola di Ascensione quando venne silurato dall'U-156, affondando in circa due ore.
Una volta emerso, l'U-Boot tedesco si avvicinò ai naufraghi per fare prigionieri gli ufficiali più alti in grado, ma l'equipaggio si accorse che tra i naufraghi vi erano numerosi soldati italiani; immediatamente la notizia venne trasmessa al Befehlshaber der U-Boote (BdU) e l'ammiraglio Karl Dönitz diede ordine di salvare i naufraghi, allertando contemporaneamente alcune unità che incrociavano nelle medesime acque, tra le quali l'U-506, comandato dal capitano di vascello Erich Würdemann, e l'U-507, comandato dal capitano di corvetta Harro Schacht, affinché facessero rotta verso il luogo dell'affondamento; egli inoltre trasmise la richiesta di aiuto a BETASOM, la base sottomarina della Regia Marina di stanza a Bordeaux, ed il contrammiraglio Romolo Polacchini acconsentì, inviando uno dei sommergibili italiani, il Comandante Cappellini, comandato dal tenente di vascello Marco Revedin, per coadiuvare i tedeschi nelle operazioni di salvataggio[1].
Dai primi racconti dei naufraghi italiani emerse subito una realtà inquietante: il giornale di bordo del comandante Hartenstein riportava: «00 h 7722 – SO. 3. 4. Visibilità media, mare calmo, cielo molto nuvoloso; secondo le informazioni degli italiani, gli inglesi, dopo esser stati silurati, hanno chiuso le stive dove si trovavano i prigionieri ed hanno respinto con armi coloro che tentavano di raggiungere le lance di salvataggio…», e, con il passare delle ore, la tragicità degli eventi può essere percepita dalle azioni che il comandante Hartenstein intraprese: dapprima egli inviò un messaggio al BdU chiedendo la "neutralizzazione diplomatica" del luogo dell'affondamento; in seguito lanciò un'invocazione d'aiuto in lingua inglese sulle frequenze radio utilizzate dalla Royal Navy; gli inglesi ignorarono però questo messaggio temendo un'imboscata.
Il 15 settembre arrivarono sul luogo nel naufragio i due U-boot precedentemente allertati, seguiti il giorno successivo dal Comandante Cappellini, e le operazioni di raccolta proseguirono: l'U-506 raccolse 132 naufraghi italiani, l'U-507 153 superstiti inglesi, italiani e polacchi, ed il sommergibile italiano raccolse un numero imprecisato di naufraghi italiani ed inglesi[2]. Il giorno 16 comparve sulle unità impegnate nei soccorsi un bombardiere americano Liberator: una bandiera con la croce rossa fu stesa sul ponte e fu inviato un messaggio in codice Morse all'aereo Alleato, che lo informava della presenza a bordo di naufraghi inglesi ma non vi fu risposta ed un ufficiale della Royal Air Force chiese al tenente Hartenstein di inviare lui un messaggio, a dimostrazone della veridicità dell'informazione, ma anche in questo caso non vi fu risposta ed il bombardiere si allontanò, ma il comandante tedesco ordinò prudentemente ad uno dei marinai di recarsi a poppa, pronto a recidere le funi di rimorchio delle zattere, nel caso in cui il sommergibile avesse dovuto immergersi.
Alle ore 12.32 l'aereo Alleato fu di nuovo sopra all'U-156 e sganciò una prima bomba che cadde a circa 200 metri dal bersaglio ed immediatamente la fune di rimorchio fu tagliata e venne ordinato ai naufraghi in quel momento in coperta di gettarsi in mare, mentre altre quattro bombe vennero lanciate sul sommergibile, di cui una produsse lievi danni prima che l'U-Boot riuscisse ad immergersi[3]; dopo l'accaduto anche all'U-506 ed all'U-507 venne trasmesso l'ordine di tenersi pronti ad abbandonare i naufraghi in caso di attacco aereo, ma le due unità tedesche, il 17 settembre, incrociarono due navi francesi, l'Annamite ed il Gloire, che poterono raccogliere i superstiti, mentre, il 18 settembre, il Comandante Cappellini raggiunse il cargo francese Dumont d'Urville, trasbordando tutti i naufraghi ad eccezione di due ufficiali inglesi tenuti prigionieri[4]; al termine delle operazioni di salvataggio, si contarono tra i 1.600 ed i 1.700 morti.
Il Laconia era un transatlantico, varato nel 1921, appartenente alla flotta della Cunard Line, di 19.695 tonnellate, convertito dagli inglesi in mercantile armato per il trasporto delle truppe. Nel luglio del 1942 soldati italiani fatti prigionieri dagli inglesi, a seguito della battaglia di El Alamein, vennero inoltrati a Port Tewfik a bordo di zattere ed imbarcati sull'unica nave disponibile in quel momento, il transatlantico Laconia, che fu adibito al trasporto in Inghilterra dei soldati, degli ufficiali e del personale militare, insieme alle loro famiglie. Sulla nave erano imbarcati 463 ufficiali e uomini di equipaggio, 286 militari inglesi in qualità di passeggeri, 1.800 prigionieri di guerra italiani, 103 guardie polacche e 80 tra donne e bambini
Dopo aver letteralmente stipato i circa 1.800 prigionieri nelle stive che potevano contenerne solo la metà, la nave fece tappa in diversi porti quali Aden, Mombasa, Durban e Città del Capo, dove sembra sia stata cambiata la destinazione, ossia dalla Gran Bretagna alle coste degli Stati Uniti, spiegando di conseguenza il motivo dell'azzardato allontanamento dalle coste africane per spingersi in pieno Oceano Atlantico.
La notte del 12 settembre, il transatlantico, navigando a luci spente e zigzagando come di routine per evitare gli attacchi dei sommergibili nemici che pattugliavano tutti i settori dell'Atlantico, si trovava nei pressi dell'isola di Ascensione quando venne silurato dall'U-156, affondando in circa due ore.
Una volta emerso, l'U-Boot tedesco si avvicinò ai naufraghi per fare prigionieri gli ufficiali più alti in grado, ma l'equipaggio si accorse che tra i naufraghi vi erano numerosi soldati italiani; immediatamente la notizia venne trasmessa al Befehlshaber der U-Boote (BdU) e l'ammiraglio Karl Dönitz diede ordine di salvare i naufraghi, allertando contemporaneamente alcune unità che incrociavano nelle medesime acque, tra le quali l'U-506, comandato dal capitano di vascello Erich Würdemann, e l'U-507, comandato dal capitano di corvetta Harro Schacht, affinché facessero rotta verso il luogo dell'affondamento; egli inoltre trasmise la richiesta di aiuto a BETASOM, la base sottomarina della Regia Marina di stanza a Bordeaux, ed il contrammiraglio Romolo Polacchini acconsentì, inviando uno dei sommergibili italiani, il Comandante Cappellini, comandato dal tenente di vascello Marco Revedin, per coadiuvare i tedeschi nelle operazioni di salvataggio[1].
Dai primi racconti dei naufraghi italiani emerse subito una realtà inquietante: il giornale di bordo del comandante Hartenstein riportava: «00 h 7722 – SO. 3. 4. Visibilità media, mare calmo, cielo molto nuvoloso; secondo le informazioni degli italiani, gli inglesi, dopo esser stati silurati, hanno chiuso le stive dove si trovavano i prigionieri ed hanno respinto con armi coloro che tentavano di raggiungere le lance di salvataggio…», e, con il passare delle ore, la tragicità degli eventi può essere percepita dalle azioni che il comandante Hartenstein intraprese: dapprima egli inviò un messaggio al BdU chiedendo la "neutralizzazione diplomatica" del luogo dell'affondamento; in seguito lanciò un'invocazione d'aiuto in lingua inglese sulle frequenze radio utilizzate dalla Royal Navy; gli inglesi ignorarono però questo messaggio temendo un'imboscata.
Il 15 settembre arrivarono sul luogo nel naufragio i due U-boot precedentemente allertati, seguiti il giorno successivo dal Comandante Cappellini, e le operazioni di raccolta proseguirono: l'U-506 raccolse 132 naufraghi italiani, l'U-507 153 superstiti inglesi, italiani e polacchi, ed il sommergibile italiano raccolse un numero imprecisato di naufraghi italiani ed inglesi[2]. Il giorno 16 comparve sulle unità impegnate nei soccorsi un bombardiere americano Liberator: una bandiera con la croce rossa fu stesa sul ponte e fu inviato un messaggio in codice Morse all'aereo Alleato, che lo informava della presenza a bordo di naufraghi inglesi ma non vi fu risposta ed un ufficiale della Royal Air Force chiese al tenente Hartenstein di inviare lui un messaggio, a dimostrazone della veridicità dell'informazione, ma anche in questo caso non vi fu risposta ed il bombardiere si allontanò, ma il comandante tedesco ordinò prudentemente ad uno dei marinai di recarsi a poppa, pronto a recidere le funi di rimorchio delle zattere, nel caso in cui il sommergibile avesse dovuto immergersi.
Alle ore 12.32 l'aereo Alleato fu di nuovo sopra all'U-156 e sganciò una prima bomba che cadde a circa 200 metri dal bersaglio ed immediatamente la fune di rimorchio fu tagliata e venne ordinato ai naufraghi in quel momento in coperta di gettarsi in mare, mentre altre quattro bombe vennero lanciate sul sommergibile, di cui una produsse lievi danni prima che l'U-Boot riuscisse ad immergersi[3]; dopo l'accaduto anche all'U-506 ed all'U-507 venne trasmesso l'ordine di tenersi pronti ad abbandonare i naufraghi in caso di attacco aereo, ma le due unità tedesche, il 17 settembre, incrociarono due navi francesi, l'Annamite ed il Gloire, che poterono raccogliere i superstiti, mentre, il 18 settembre, il Comandante Cappellini raggiunse il cargo francese Dumont d'Urville, trasbordando tutti i naufraghi ad eccezione di due ufficiali inglesi tenuti prigionieri[4]; al termine delle operazioni di salvataggio, si contarono tra i 1.600 ed i 1.700 morti.
mercoledì 28 settembre 2011
Mamma isterica picchia figlia
mercoledì 28 settembre 2011
Mamma isterica incolla le mani della figlia al muro, la riempe di botte e la manda in coma
Joselyn Cedillo, 3 anni a ottobre, è in fin di vita al Children Medical Center di Dallas, dopo che la mamma le ha prima incollato le mani al muro e poi l’ha presa a calci nello stomaco, l’ha colpita inoltre con una brocca per il latte.
La giovane donna arrestata per abusi sui minori, ha 22 anni.
“La “madre aveva incollato le mani di sua figlia contro un muro. La bimba è stata picchiata con estrema violenza poichè non voleva stare sul vasino.
Attualmente è in terapia intensiva in un ospedale di Dallas. Secondo il pediatra, la bimba è in coma ed è in pericolo di vita.
La polizia è stata allertata dalla nonna della bimba. Questa ha riferito che sua figlia era diventata isterica.
Una sorella della piccola vittima ha detto agli ufficiali che non riusciva a dormire perché sua madre gridava forte e sua sorella urlava di dolore.
La giovane donna arrestata per abusi sui minori, ha 22 anni.
“La “madre aveva incollato le mani di sua figlia contro un muro. La bimba è stata picchiata con estrema violenza poichè non voleva stare sul vasino.
Attualmente è in terapia intensiva in un ospedale di Dallas. Secondo il pediatra, la bimba è in coma ed è in pericolo di vita.
La polizia è stata allertata dalla nonna della bimba. Questa ha riferito che sua figlia era diventata isterica.
Una sorella della piccola vittima ha detto agli ufficiali che non riusciva a dormire perché sua madre gridava forte e sua sorella urlava di dolore.
Sembra un film dell'horror, eppure è realtà, come può una madre fare del male alla creatura a cui ha dato lei stessa la vita?!
Torta Kinder Paradiso
preparazione
mettere in una terrina il burro,lavorarlo lungamente rendendolo soffice. Aggiungere lo zucchero lentamente,sempre mescolando, poi le uova intere e i rossi sbattuti insieme come una frittata. Amalgamare il tutto con delicatezza. per ultimo unire le farine amalgamandole bene con la buccia di limone grattugiata. Imburrare una teglia, versarci l'impasto che deve arrivare appena sopra la metà della teglia stessa. Cuocere il tutto nel forno a 180° per circa un'ora. Spolverare abbondantemente con zucchero a velo.guarnizione
se volete completare il vostro peccato di gola potete farcirla con una crema al latte semplice o con della panna addolcita, miele o una peccaminosa crema al cioccolato.Torta Kinder Pinguì
Preparazione
In una terrina sbattere insieme lo zucchero con le uova, aggiungendo in seguito l'olio e il latte, sempre mescolando aggiungere man mano anche il cacao ed infine la farina, con la bustina di pan degli angeli. Versare il composto in un tegame ed infornare nel forno già caldo a 150° per 15 minuti, facendo attenzione che rimanga umida.Farcitura
Montare la panna, in seguito tagliare la torta orizzontalmente, mettendo un sottile strato di nutella e poi aggiungendo un altro di panna, infine chiudere la torta e decorarla a piacimento con lo zucchero a velo o cioccolato fuso.martedì 27 settembre 2011
Sembra assurdo eppure è successo a Rio de Janeiro - Quando la brasiliana Rosangela Celestrino ha ricevuto la triste notizia della morte di sua madre da parte dell'obitorio cittadino non ha potuto credere alle sue orecchie. Distrutta dal dolore, è andata a identificare il cadavere ma, con sua grande sorpresa, ha constatato che la donna respirava ancora!
“Sono andata a dare un bacio a mia madre e lei respirava ancora. Ho cominciato a urlare, ‘Mia madre è viva!’ e tutti mi hanno guardato come se fossi impazzita,” ha rivelato al quotidiano brasiliano O Globo.
La signora Rosa, 60 anni, era stata ricoverata presso l'Hospital Estadual Adao Pereira Nunes per un'infezione polmonare e, apparentemente, dopo una visita condotta sommariamente era stata dichiarata morta e successivamente riposta in una cella frigorifera per ben 2 ore prima dell'arrivo provvidenziale della figlia.
A mio parere questa notizia è sconvolgente e inaccettabile!Possono ancora accadere queste cose nel 2011?
VASCO: i soliti
noi siamo i soliti quelli così siamo i difficili fatti cosìnoi siamo quelli delle illusioni delle grandi passioni noi siamo quelli che vedete qui abbiamo frequentato delle pericolose abitudini e siamo vivi quasi per miracolo grazie agli interruttori...... noi siamo liberi.. liberi liberi di volare siamo liberi, liberi liberi di sbagliare siamo liberi liberi liberi di sognare siamo liberi liberi di ricominciare! noi siamo i soliti sempre così siamo gli inutili fatti così noi siamo quelli delle occasioni prese al volo come i piccioni noi siamo quelli che vedete qui abbiamo frequentato dellepericolose abitudini e siamo ritornati sani e salvi senza complicazioni noi siamo liberi.. liberi liberi di volare siamo liberi.. liberi liberi di sbagliare siamo liberi... liberi liberi di sognare siamo liberi... liberi di non ritornare..... noi siamo i soliti fatti così...
VASCO:Vivere non è facile
Proprio non bastano
le mie scuse ormai mi annoiano
io sono qui e vivo come pare a me, oh yeee.
Il fatto più strano e illogico
è che nonostante che lo so
continuo a fare debiti con me
Vivere non è facile
Sono fin troppo comodi
i "non ho tempo sai" e gli "scusami"
quello che vuoi non lo sai nemmeno te, oh yeee.
Il fatto più strano e illogico
è che nonostante che lo so
continuo a farmi fottere da me
Vivere non è facile
Sarebbe molto semplice
se almeno avessi un complice
con il quale condividere
questa avventura inutile
Il fatto più strano e illogico
è che nonostante che lo so
continuo a fare debiti con me
vivere non è facile
Sarebbe tutto semplice
se almeno avessi un complice
che mi facesse ridere
di tutte queste favole
Il fatto più strano e illogico è che
è che nonostante che lo so
non mi so difendere da me
Vivere non è facile
le mie scuse ormai mi annoiano
io sono qui e vivo come pare a me, oh yeee.
Il fatto più strano e illogico
è che nonostante che lo so
continuo a fare debiti con me
Vivere non è facile
Sono fin troppo comodi
i "non ho tempo sai" e gli "scusami"
quello che vuoi non lo sai nemmeno te, oh yeee.
Il fatto più strano e illogico
è che nonostante che lo so
continuo a farmi fottere da me
Vivere non è facile
Sarebbe molto semplice
se almeno avessi un complice
con il quale condividere
questa avventura inutile
Il fatto più strano e illogico
è che nonostante che lo so
continuo a fare debiti con me
vivere non è facile
Sarebbe tutto semplice
se almeno avessi un complice
che mi facesse ridere
di tutte queste favole
Il fatto più strano e illogico è che
è che nonostante che lo so
non mi so difendere da me
Vivere non è facile
Simpson:La casa ESISTEEEEE
La casa dei Simpson esiste davvero negli States: eccola (VIDEO)
A chi non piacerebbe entrare nella sgargiante casa della famiglia Simpson? C'è qualcuno che anni fa ha avuto l'idea di costruirne una identica. Ha il valore di 75 mila dollari ed è abitata da una donna del Kentucky!
continua su: http://games.fanpage.it/la-riproduzione-esatta-della-casa-dei-simpson-video/#ixzz1Z9mW6Ba1
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Ogni appassionato della serie animata The Simpon’s ha sognato di entrare almeno una volta nella casa dei personaggi gialli più famosi al mondo. E da molti anni questo è diventato reale. La popolare sitcom, creata dal fumettista statunitense Matt Groening, è ambientata a Springfield, mentre la riproduzione della dimora cult si trova oggi a Henderson, nel Nevada.
Ritroviamo gli stessi elettrodomestici utilizzati da Marge, il giardino con il barbecue di Homer, la bellissima cameretta di Lisa, i vestiti dei coniugi Simpson, il pianoforte color turchese, il microonde color pesca, il seggiolone di Maggie e il leggendario divano su cui Homer trascorre gran parte del suo tempo bevendo la sua birra preferita, la Duff.
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È tutto reale. Al solo guardare le foto si è coinvolti da una curiosità estrema di salire quelle scale, di toccare le pareti, quasi a constatarne la realtà. Ancor più curioso è che questa casa è abitata davvero da qualcuno: una donna che fa quasi da controfigura a Marge Simpson. È la signora Barbara Howard, una sessantenne ex-operaia del Kentucky e amante sfegatata della sitcom più sarcastica che c’è. Quella dimensione trash e un po’ naif dell’America contemporanea è anche nel mondo reale, così come la casa della famiglia che lo rappresenta.
Il concorso indetto nel 1997 da chi la casa l’ha progettata, la Kaufman & Broad, è stato vinto dall’anziana signora che somiglia vagamente a Marge Simpson ed è orgogliosissima della sua abitazione che vale la somma di 75 mila dollari. Tutto è nelle sue mani, ad eccezione delle decorazioni e dei dipinti. L’idea della copia cult è stata della Fox Interactive e della Pepsi-Cola.
Ora la casa è stata ridipinta. Ha purtroppo perso i colori vividi che l’architetto Manny Gonzalez le aveva minuziosamente conferito, riuscendo a riecheggiare quasi a perfezione la casa della famiglia più trash e ironica d’America. Il motivo è da ascrivere di certo alla volontà di non creare un distacco troppo vistoso tra la casa e quelle attigue. Oggi si trova al 712 Red Bark Lane a Henderson ed è possibile ritrovarla su Google Map. Beh, gli americani ne sanno una più del diavolo!
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ILVA:Lavoro contro salute
L'ILVA è una società per azioni del GRUPPO RIVA che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio. Prende il nome dal nome latino dell'Isola d'Elba dalla quale era estratto il minerale di ferro che alimentava i primi altiforni costruiti in Italia a fine Ottocento. Il più importante stabilimento italiano è situato a Taranto e costituisce uno dei maggiori complessi industriali per la lavorazione dell'acciaio in Europa.
Attualmente la procura accusa la proprietà di disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato dei beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico. Ma la struttura occupa 11.500 persone e produce il 70% del pil della provincia. E allora mi chiedo come si fa a scegliere? Come si può trovare una soluzione per non avvelenare la gente e nello stesso tempo non licenziare le migliaia di persone che hanno un posto di lavoro e che mantengono le loro famiglie proprio grazie al "MOSTRO" dell'Ilva? E' come un cane che si morde la coda, puoi uccidere chi ti dà da mangiare ma che ti avvelena pian piano?!Purtroppo questa è la realtà di Taranto, sono due i lavori principali, per non dire gli unici, che offre questa città: l'Ilva e la Marina. "Bisogna trovare il modo di uscire dalla contrapposizione tra rispetto dell'ambiente e salvaguardia del lavoro. Per salvare sia l'industria che la salute bisogna conseguire il rispetto delle regole e imporre i giusti livelli di tutela ambientale", queste le parole di Vendola e Rappa. Ci riusciranno???
Attualmente la procura accusa la proprietà di disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato dei beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico. Ma la struttura occupa 11.500 persone e produce il 70% del pil della provincia. E allora mi chiedo come si fa a scegliere? Come si può trovare una soluzione per non avvelenare la gente e nello stesso tempo non licenziare le migliaia di persone che hanno un posto di lavoro e che mantengono le loro famiglie proprio grazie al "MOSTRO" dell'Ilva? E' come un cane che si morde la coda, puoi uccidere chi ti dà da mangiare ma che ti avvelena pian piano?!Purtroppo questa è la realtà di Taranto, sono due i lavori principali, per non dire gli unici, che offre questa città: l'Ilva e la Marina. "Bisogna trovare il modo di uscire dalla contrapposizione tra rispetto dell'ambiente e salvaguardia del lavoro. Per salvare sia l'industria che la salute bisogna conseguire il rispetto delle regole e imporre i giusti livelli di tutela ambientale", queste le parole di Vendola e Rappa. Ci riusciranno???
sabato 24 settembre 2011
Emma e la lotta contro il cancro
Due anni fa, alla vigilia della nona edizione del talent show Amici che poi avrebbe vinto, Emma Marrone ha sentito scandire dal suo medico le seguenti parole: tumore, operare, massima urgenza. "La neoplasia mi aveva preso utero e ovaie - racconta al Corriere della Sera/Salute - Avevo fatto la Tac e la risonanza magnetica. Anche la ricerca dei marker nel sangue confermava la presenza di cellule tumorali. A quel punto non potevo più sfuggire".
Non ne ha parlato a lungo: ha voluto evitare facili strumentalizzazioni sia ai tempi di Amici che al Festival di Sanremo, ma ora vuole trasformare la malattia sconfitta in una campagna di prevenzione assieme alla Fondazione Ant di Bologna, che di prevenzione e assistenza domiciliare in campo oncologico si occupa dal 1985. Fidati di me e pensa seriamente alla prevenzione: è il messaggio che la cantante comincerà a diffondere dalla prossima settimana. Di suo Emma ci mette la faccia. In tasca non le entra nulla. E per i cinici di mestiere, che inarcheranno il sopracciglio dubbiosi, chiarisce: "Se lo faccio adesso è perché ci credo e voglio aiutare, se posso. Non ho bisogno di usare una malattia del genere per sponsorizzarmi. Nemmeno un mese fa è morta di tumore una mia giovane fan e altre sono in cura. Questo bisogna chiedersi: è normale, ancora oggi, che una ragazzina di 17 anni muoia di tumore in Italia?".
Emma ne aveva 25 quando la malattia ha bussato alla sua porta preceduta da avvisaglie di stanchezza prolungata e perdita di peso che mamma Maria e papà Rosario attribuivano alla sua vita stressata. Di giorno lavorava come commessa in negozio e di notte andava in giro a suonare nei locali con la sua band. In più, preparavano un disco tutto da soli. "Poi però, sai quando ti si accende quella lampadina nella testa? Anche prima di andare a fare la visita avevo parlato con mia mamma e le avevo detto: preparati perché non ne verrà niente di buono, lo so. Me lo sentivo dentro".
A chiamare i colleghi del Policlinico Umberto I a Roma per farla operare d'urgenza è stato il ginecologo stesso, amico di famiglia. 'Chicca', così la chiama suo padre, ha voluto essere informata di tutto dai dottori fin dall'inizio. A muso duro e da sola. Così glielo hanno detto: rischi di morire; se sopravvivi, c'è la probabilità che tu comunque possa non avere figli. Prima di entrare in sala operatoria Emma ha quindi chiesto di firmare il consenso alla donazione degli organi. "Ero serena, il perché non lo so. Sarà che sono abbastanza credente, pregavo molto. Avevo paura però volevo comunque affrontare tutto". L'intervento è durato sette ore. "Non smetterò mai di ringraziare la dottoressa Marialuisa Framarino e lo staff di Ginecologia. Mi hanno accolto subito bene e mi hanno salvato la vita. Lei ce l'ha messa tutta per salvarmi le ovaie e l'utero. E c'è riuscita. Fortunatamente non c'è stato nemmeno bisogno di fare radio o chemioterapia, come invece mi era stato anticipato. Dopo l'intervento ho fatto di nuovo gli esami ed era sparito tutto. Nel sangue non era rimasto niente, come se il mio corpo avesse immediatamente reagito bene". Poi, una settimana di ricovero. "Sono stata dimessa anche un giorno prima del previsto, perché volevo tornare a casa. È stato il solo momento in cui ho pianto: non pensavo di uscire con le mie gambe, sinceramente". Tre settimane dopo, Emma era seduta in un pub a cantare. "Avevo ancora i punti e il busto con le stecche, che ho portato per mesi, anche quando ho fatto il primo provino il 3 giugno ad Amici". Maria De Filippi lo sapeva, ma la ragazza le ha chiesto il silenzio sulla sua condizione. La malattia è scomparsa. È rimasta però la paura che torni e per questo Emma si sottopone ai controlli ogni tre mesi. È arrivato il successo. E l'imperativo di testimoniare: "Da quando sono scampata al male mi sento un po' fortunata e un po' missionaria nei confronti dei giovani. A loro dico: mi raccomando, non bisogna vergognarsi di andare dal medico. La prevenzione è importante. Avessi fatto più visite prima, magari avrei arginato il problema in maniera diversa".
Non ne ha parlato a lungo: ha voluto evitare facili strumentalizzazioni sia ai tempi di Amici che al Festival di Sanremo, ma ora vuole trasformare la malattia sconfitta in una campagna di prevenzione assieme alla Fondazione Ant di Bologna, che di prevenzione e assistenza domiciliare in campo oncologico si occupa dal 1985. Fidati di me e pensa seriamente alla prevenzione: è il messaggio che la cantante comincerà a diffondere dalla prossima settimana. Di suo Emma ci mette la faccia. In tasca non le entra nulla. E per i cinici di mestiere, che inarcheranno il sopracciglio dubbiosi, chiarisce: "Se lo faccio adesso è perché ci credo e voglio aiutare, se posso. Non ho bisogno di usare una malattia del genere per sponsorizzarmi. Nemmeno un mese fa è morta di tumore una mia giovane fan e altre sono in cura. Questo bisogna chiedersi: è normale, ancora oggi, che una ragazzina di 17 anni muoia di tumore in Italia?".
Emma ne aveva 25 quando la malattia ha bussato alla sua porta preceduta da avvisaglie di stanchezza prolungata e perdita di peso che mamma Maria e papà Rosario attribuivano alla sua vita stressata. Di giorno lavorava come commessa in negozio e di notte andava in giro a suonare nei locali con la sua band. In più, preparavano un disco tutto da soli. "Poi però, sai quando ti si accende quella lampadina nella testa? Anche prima di andare a fare la visita avevo parlato con mia mamma e le avevo detto: preparati perché non ne verrà niente di buono, lo so. Me lo sentivo dentro".
A chiamare i colleghi del Policlinico Umberto I a Roma per farla operare d'urgenza è stato il ginecologo stesso, amico di famiglia. 'Chicca', così la chiama suo padre, ha voluto essere informata di tutto dai dottori fin dall'inizio. A muso duro e da sola. Così glielo hanno detto: rischi di morire; se sopravvivi, c'è la probabilità che tu comunque possa non avere figli. Prima di entrare in sala operatoria Emma ha quindi chiesto di firmare il consenso alla donazione degli organi. "Ero serena, il perché non lo so. Sarà che sono abbastanza credente, pregavo molto. Avevo paura però volevo comunque affrontare tutto". L'intervento è durato sette ore. "Non smetterò mai di ringraziare la dottoressa Marialuisa Framarino e lo staff di Ginecologia. Mi hanno accolto subito bene e mi hanno salvato la vita. Lei ce l'ha messa tutta per salvarmi le ovaie e l'utero. E c'è riuscita. Fortunatamente non c'è stato nemmeno bisogno di fare radio o chemioterapia, come invece mi era stato anticipato. Dopo l'intervento ho fatto di nuovo gli esami ed era sparito tutto. Nel sangue non era rimasto niente, come se il mio corpo avesse immediatamente reagito bene". Poi, una settimana di ricovero. "Sono stata dimessa anche un giorno prima del previsto, perché volevo tornare a casa. È stato il solo momento in cui ho pianto: non pensavo di uscire con le mie gambe, sinceramente". Tre settimane dopo, Emma era seduta in un pub a cantare. "Avevo ancora i punti e il busto con le stecche, che ho portato per mesi, anche quando ho fatto il primo provino il 3 giugno ad Amici". Maria De Filippi lo sapeva, ma la ragazza le ha chiesto il silenzio sulla sua condizione. La malattia è scomparsa. È rimasta però la paura che torni e per questo Emma si sottopone ai controlli ogni tre mesi. È arrivato il successo. E l'imperativo di testimoniare: "Da quando sono scampata al male mi sento un po' fortunata e un po' missionaria nei confronti dei giovani. A loro dico: mi raccomando, non bisogna vergognarsi di andare dal medico. La prevenzione è importante. Avessi fatto più visite prima, magari avrei arginato il problema in maniera diversa".
La Gelmini e il tunnel
La gaffe della Gelmini: "Abbiamo contribuito a realizzare il tunnel tra il Cern e il Gran Sasso"
Il ministro dell'Istruzione, nel congratularsi con gli scienziati, incappa in uno scivolone
foto Tgcom
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Il comunicato stampa campeggia sul sito ufficiale del ministero dell’Istruzione ed è firmato da Mariastella Gelmini. Dopo i complimenti di rito agli scienziati che hanno condotto l’esperimento sui neutrini più veloci della luce, arriva la frase incriminata: “Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”.
Il Pd: "Scatenata l'ilarità del globo"
L’opposizione coglie la palla al balzo e, con Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione cultura della Camera, commenta: “Maria Stella Gelmini, ministro dell'Istruzione che evidentemente digiuna di fisica, si fida di collaboratori che le mettono in bocca dichiarazioni che scatenano l'ilarità del globo''
La replica: "Polemica ridicola"
Il ministero dell'Istruzione, chiamato in causa, replica con un nuovo comunicato, rimandando al mittente ogni critica: "Il tunnel di cui si parla nel comunicato non può essere per nessuna ragione inteso come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. La polemica è assolutamente strumentale. Il tunnel a cui si fa riferimento è quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso. Questa polemica è dunque destituita di fondamento ed è assolutamente ridicola".
Il web si scatena: "L'ho fatto in moto, nessun limite di velocità"
Come ormai avviene ogni volta ci si trovi di fronte a una notizia che ha dell'incredibile, la rete si scatena. E su Facebook sono migliaia i commenti alla gaffe del ministro Mariastella Gelmini. C'è chi trova un nuovo ruolo alla Gelmini storpiando il nome del suo dicastero, "ministro della distruzione" e chi, invece si mostra sospettoso: "E se invece avesse fatto una gaffe, il tunnel esiste ma noi non sappiamo nulla?".
C'è poi chi sceglie, ed è inevitabile, l'ironia: "Sotto al tunnel famoce passà pure un treno!" e ancora: "Io l'ho fatto in moto. Nessun limite di velocità".
Ma i commenti più frequenti, sui social network, attaccano duramente il ministro Gelmini. Tra questi, c'è chi cita una delle frasi più famose di Albert Einstein, le cui teorie sono ora messe in dubbio proprio grazie all'esperimento condotto dal Cern sulla velocità dei neutrini: "Si, in questo Einstein non sarà mai smentito: due cose sono infinite l'universo e la stupidità umana ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi"
Il Pd: "Scatenata l'ilarità del globo"
L’opposizione coglie la palla al balzo e, con Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione cultura della Camera, commenta: “Maria Stella Gelmini, ministro dell'Istruzione che evidentemente digiuna di fisica, si fida di collaboratori che le mettono in bocca dichiarazioni che scatenano l'ilarità del globo''
La replica: "Polemica ridicola"
Il ministero dell'Istruzione, chiamato in causa, replica con un nuovo comunicato, rimandando al mittente ogni critica: "Il tunnel di cui si parla nel comunicato non può essere per nessuna ragione inteso come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. La polemica è assolutamente strumentale. Il tunnel a cui si fa riferimento è quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso. Questa polemica è dunque destituita di fondamento ed è assolutamente ridicola".
Il web si scatena: "L'ho fatto in moto, nessun limite di velocità"
Come ormai avviene ogni volta ci si trovi di fronte a una notizia che ha dell'incredibile, la rete si scatena. E su Facebook sono migliaia i commenti alla gaffe del ministro Mariastella Gelmini. C'è chi trova un nuovo ruolo alla Gelmini storpiando il nome del suo dicastero, "ministro della distruzione" e chi, invece si mostra sospettoso: "E se invece avesse fatto una gaffe, il tunnel esiste ma noi non sappiamo nulla?".
C'è poi chi sceglie, ed è inevitabile, l'ironia: "Sotto al tunnel famoce passà pure un treno!" e ancora: "Io l'ho fatto in moto. Nessun limite di velocità".
Ma i commenti più frequenti, sui social network, attaccano duramente il ministro Gelmini. Tra questi, c'è chi cita una delle frasi più famose di Albert Einstein, le cui teorie sono ora messe in dubbio proprio grazie all'esperimento condotto dal Cern sulla velocità dei neutrini: "Si, in questo Einstein non sarà mai smentito: due cose sono infinite l'universo e la stupidità umana ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi"
venerdì 23 settembre 2011
Le parole più usate dalle donne
1) BENE: questa è la parola che usano le donne per terminare una discussione quando hanno ragione e tu devi stare zitto. 2) 5 MINUTI: se la donna si sta vestendo significa mezz'ora. 5 minuti valgono 5 minuti solo se stai guardando la partita o giocare alla Playstation prima di uscire o di fare qualsiasi altra cosa insieme. 3) NIENTE: La calma prima della tempesta. Vuol dire qualcosa.... e dovresti stare all'erta. Discussioni che cominciano con niente normalmente finiscono in "BENE" (vedi punto 1). 4) FAI PURE: è una sfida, non un permesso. Non lo fare. 5) SOSPIRONE: è come una parola, un'affermazione non verbale, spesso fraintesa dagli uomini. Un sospirone significa che lei pensa che sei un idiota e si chiede perché sta perdendo il suo tempo con te a discutere di "NIENTE" (vedi punto 3 per il significato di questa parola). 6) OK: questa è una delle parole più pericolose che una donna può dire a un uomo. Significa che ha bisogno di pensare a lungo prima di decidere come e quando fartela pagare. 7) GRAZIE: una donna ti ringrazia: non fare domande o non svenire, vuole solo ringraziarti (a meno che non dica 'grazie mille' che il più delle volte può essere PURO sarcasmo e non ti sta ringraziando.) 8) COME VUOI: è il modo della donna per dirti "vai a cagare"! 9) NON TI PREOCCUPARE FACCIO IO: un'altra affermazione pericolosa. Significa che una donna ha chiesto a un uomo di fare qualcosa svariate volte, ma adesso lo sta facendo lei. Questo porterà l'uomo a chiedere: 'Cosa c'è che non va?' Per la riposta della donna fai riferimento al punto 3.
BENZINA a metà prezzo!
IMPORTANTE !!! - LEGGI ATTENTAMENTE è importantissimo piegare questi maledetti che alzano in continuazione il prezzo!! (gli americani si sono incazzati perché gli si è alzata la benzina a 0.75€ per 5 LITRI !!!) e noi paghiamo 1.50€ a litro. . ma siamo impazziti???!!! COME FARE??? Anche se non hai la macchina, per favore fai circolare il messaggio agli amici. Benzina a metà prezzo? Diamoci da fare... Siamo venuti a sapere di un'azione comune per esercitare il nostro potere nei confronti delle compagnie petrolifere. Si sente dire che la benzina aumenterà ancora fino a 1.80 Euro al litro. UNITI possiamo far abbassare il prezzo muovendoci insieme, in modo intelligente e solidale. Ecco come.... La parola d'ordine è 'colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci da soli'. Posta l'idea che non comprare la benzina in un determinato giorno ha fatto ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi,si tratta solo di un pieno differito, perché alla fine ne abbiamo bisogno!), c'è un sistema che invece li farà ridere pochissimo, purché si agisca in tanti. Petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che varia da 0,95 e 1 Euro al litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far loro scoprire che un prezzo ragionevole anche per loro è circa la metà. I consumatori possono incidere moltissimo sulle politiche delle aziende: bisogna usare il potere che abbiamo. La proposta è che da qui alla fine dell'anno non si compri più benzina dalle 2 più grosse compagnie, SHELL ed ESSO, che peraltro ormai formano un'unica compagnia. Se non venderanno più benzina (o ne venderanno molta meno), saranno obbligate a calare i prezzi. Se queste due compagnie caleranno i prezzi, le altre dovranno per forza adeguarsi. Per farcela, però dobbiamo essere milioni di NON-clienti di Esso e Shell, in tutto il mondo. Questo messaggio è stato inviato ad una trentina di persone; se ciascuna di queste aderisce e a sua volta lo trasmette a, diciamo, una decina di amici, siamo a trecento. Se questi fanno altrettanto, siamo a tremila, e così via.................. Di questo passo, quando questo messaggio sarà arrivato alla 'settima generazione', avremo raggiunto e informato 30 milioni di consumatori! Inviate dunque questo messaggio a dieci persone chiedendo loro di fare altrettanto. Se tutti sono abbastanza veloci nell'agire, potremmo sensibilizzare circa trecento milioni di persone in otto giorni! E' certo che, ad agire così, non abbiamo niente da perdere, non vi pare? Chi se ne frega per un po' di bollini e regali e baggianate che ci vincolano a queste compagnie. Coraggio, diamoci da fare!!!
RISCHIO SATELLITE
Satellite, rischio frammenti su Italia 0,6%. P. civile monitora
venerdì 23 settembre 2011 11:33
MILANO (Reuters) - Il rischio che frammenti di un satellite della Nasa destinato a disintegrarsi cadano questa sera su alcune zone del Nord Italia è pari allo 0,6%.
Lo ha detto oggi in una nota la Protezione civile - che continua a monitorare la situazione - affermando che lo scenario non si è aggravato rispetto alle ore precedenti.
I frammento del satellite della Nasa Upper Atmosphere Research Satellite (Uars) potrebbero colpire - dalle 21,25 alle 22,03 - le zone delle province di Trento e Bolzano, di tutte quelle di Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Lombardia, di Piacenza e Parma per l'Emilia Romagna, di Verona, Vicenza, Belluno, Treviso per il Veneto e di Pordenone e Udine per il Friuli Venezia Giulia.
La Protezione civile ha fatto sapere che, date le scarse probabilità che i frammenti causino il crollo di strutture, sono da scegliere luoghi chiusi.
"I frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici", ha aggiunto il Dipartimento.
All'interno degli edifici - prosegue il Dipartimento - i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi).
Al momento non è prevista alcuna limitazione al traffico aereo né a quelli ferroviario, stradale, autostradale o marittimo.
Lo ha detto oggi in una nota la Protezione civile - che continua a monitorare la situazione - affermando che lo scenario non si è aggravato rispetto alle ore precedenti.
I frammento del satellite della Nasa Upper Atmosphere Research Satellite (Uars) potrebbero colpire - dalle 21,25 alle 22,03 - le zone delle province di Trento e Bolzano, di tutte quelle di Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Lombardia, di Piacenza e Parma per l'Emilia Romagna, di Verona, Vicenza, Belluno, Treviso per il Veneto e di Pordenone e Udine per il Friuli Venezia Giulia.
La Protezione civile ha fatto sapere che, date le scarse probabilità che i frammenti causino il crollo di strutture, sono da scegliere luoghi chiusi.
"I frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici", ha aggiunto il Dipartimento.
All'interno degli edifici - prosegue il Dipartimento - i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi).
Al momento non è prevista alcuna limitazione al traffico aereo né a quelli ferroviario, stradale, autostradale o marittimo.
giovedì 22 settembre 2011
Ruby diventa mamma!
Ruby, una futura mamma Rubacuori
Con il suo ex agente e pancione in vista
22/9/2011
I passati scandali sono solo un ricordo di fronte al pancione di Karima El Mahroug, meglio conosciuta come Ruby Rubacuori, protagonista principale del "pasticciaccio" bollente di qualche mese fa. 19 anni il primo novembre, la giovane ragazza marocchina, al sesto mese di gravidanza, si gode gli ultimi scampoli d'estate con il suo compagno e padre del bambino Luca Risso.
Lui, 42 anni, ex imprenditore della ballerina di lap dance, la bacia e la coccola in acqua, cullandola e accarezzandole il pancione, a Sestri Levante, dove i due stanno trascorrendo qualche giorno di vacanza. "Speriamo che sia maschio" dicono i due futuri genitori, che si fanno fotografare da Novella e per l'occasione indossano addirittura costumi uguali a stampa floreale.
Una coppia come tante, anzi, a guardare le foto, più bella delle altre, tutta sorrisi e giochi nell'acqua, come se le inchieste di cui sono protagonisti non esistessero e la storia di nemmeno un anno fa non fosse che un brutto sogno. A dicembre, dopo la nascita del loro bebé vorrebbero sposarsi, intanto si fotografano insieme. Mostreranno gli scatti al nuovo arrivato.
Una coppia come tante, anzi, a guardare le foto, più bella delle altre, tutta sorrisi e giochi nell'acqua, come se le inchieste di cui sono protagonisti non esistessero e la storia di nemmeno un anno fa non fosse che un brutto sogno. A dicembre, dopo la nascita del loro bebé vorrebbero sposarsi, intanto si fotografano insieme. Mostreranno gli scatti al nuovo arrivato.
Scamarcio e Ponsot!
Scamarcio-Ponsot, baci hot fuori dal set
"Chi" pizzica l'attore mentre si scambia effusioni con la collega a telecamere spente
21/9/2011
Durante le riprese della pellicola "Cosimo e Nicole" Riccardo Scamarcio e Clara Ponsot si sono scambiati baci infuocati mostrando una grande intesa. Ma sembra che la passione tra i due attori sia proseguita anche fuori dal set. "Chi" li ha pizzicati durante un bagno notturno, con lei in topless e lui in slip, quando la cinepresa aveva smesso di girare da un pezzo. In spiaggia è andato in onda il loro film, fatto di coccole, baci e abbracci.
Eppure solo pochi giorni fa l'attore e la compagna Valeria Golino si affrettavano a smentire le voci di crisi e anzi dicevano di essere più innamorati di prima. Anche se le prime crepe si erano viste a Venezia, quando i due erano stati paparazzati durante quella che sembrava una lite.
Ma a giudicare dagli scatti sembra che il 32enne Scamarcio, impegnato nel nuovo film di Francesco Amato, sia molto preso dalla 20enne Ponsot. E non solo per una questione di copione. Perché secondo il racconto dei paparazzi che sono rimasti fino a tarda notte sul set a Varazze, quando la troupe aveva già abbandonato la spiaggia, i due attori non hanno saputo resistere a un bagno notturno.
Poi, con la luna che illuminava gli scogli, si sono lasciati andare tra coccole, tenerezze e baci sulla schiena. Ma le telecamere erano spente.
Ma a giudicare dagli scatti sembra che il 32enne Scamarcio, impegnato nel nuovo film di Francesco Amato, sia molto preso dalla 20enne Ponsot. E non solo per una questione di copione. Perché secondo il racconto dei paparazzi che sono rimasti fino a tarda notte sul set a Varazze, quando la troupe aveva già abbandonato la spiaggia, i due attori non hanno saputo resistere a un bagno notturno.
Poi, con la luna che illuminava gli scogli, si sono lasciati andare tra coccole, tenerezze e baci sulla schiena. Ma le telecamere erano spente.
Vita da STAR
Dalla Canalis alla Gregoraci star... "ristrette"
Spigoli in vista e magrezza eccessiva per le celebrità
22/9/2011
Gambe scheletriche, costole in vista e forme spigolose. Aiuto le star si stanno restringendo! Da Claudia Schiffer, che ha perso le sue curve sensuali a Elisabetta Canalis, sempre più pelle e ossa. Sono tante le celebrità che, in quanto a magrezza, hanno decisamente esagerato.
A guidare l'esercito delle star scheletriche si contendono la pole position Victoria Beckham, che a due mesi dalla nascita del terzo bebè, la piccola Harper Seven, è apparsa di nuovo in forma, ma fin troppo magra per una donna che ha appena partorito. E Claudia Schiffer, anche lei madre di tre figli, apparsa alla London Fashion Week e qualche mese fa anche sul red carpet di Cannes incredibilmente dimagrita. Vitino da vespa e braccia pelle e ossa.
Che fare la madre ed essere una celebrità sia un lavoro troppo impegnativo? Eccessiva magrezza anche per altre mamme infatti, Elisabetta Gregoraci, sempre bellissima, ma, dopo la nascita di Nathan Falco decisamente più secca e spigolosa che mai, Giorgia Palmas, mamma anche lei di una bimba, Angelina Jolie, che pur restando una delle sex symbol di Hollywood, ha sempre più un look al limite dell'anoressia e Katie Holmes, le cui foto in piscina di qualche mese fa hanno fatto gridare all'allarme magrezza. Forse il ruolo di mamma fa paura alle star, che, preoccupate di eliminare al più presto i chili presi durante la gravidanza, si buttano in diete e regimi alimentari esagerati, con l'obiettivo di tornare al più presto in forma.
Costole in fuori e ventre super piatto però anche per le non mamme come Elisabetta Canalis, che dopo la rottura con Clooney, si è buttata a capofitto nel lavoro, ballando e provando fino allo sfinimento per la partecipazione a “Danging with the stars”, e perdendo peso fino a diventare pelle e ossa. Il matrimonio reale con tutto il carico di stress e impegni che ha significato per lei potrebbe essere invece la causa dell'eccessivo dimagrimento di Kate Middleton. La duchessa di Cambridge non può certo vantare curve formose, ma negli ultimi mesi il suo look è davvero scheletrico. E poi curve spigolose e ossa in vista anche per la top model Candice Swanepoel e per l'attrice americana LeeAnn Rimes, che su Twitter ha acceso una lunga polemica con i suoi fans, i quali le rimproveravano di essere troppo magra. Insomma le star devono fare attenzione, le spigolose non piacciono e magrezza è sempre meno sinonimo di bellezza.
Che fare la madre ed essere una celebrità sia un lavoro troppo impegnativo? Eccessiva magrezza anche per altre mamme infatti, Elisabetta Gregoraci, sempre bellissima, ma, dopo la nascita di Nathan Falco decisamente più secca e spigolosa che mai, Giorgia Palmas, mamma anche lei di una bimba, Angelina Jolie, che pur restando una delle sex symbol di Hollywood, ha sempre più un look al limite dell'anoressia e Katie Holmes, le cui foto in piscina di qualche mese fa hanno fatto gridare all'allarme magrezza. Forse il ruolo di mamma fa paura alle star, che, preoccupate di eliminare al più presto i chili presi durante la gravidanza, si buttano in diete e regimi alimentari esagerati, con l'obiettivo di tornare al più presto in forma.
Costole in fuori e ventre super piatto però anche per le non mamme come Elisabetta Canalis, che dopo la rottura con Clooney, si è buttata a capofitto nel lavoro, ballando e provando fino allo sfinimento per la partecipazione a “Danging with the stars”, e perdendo peso fino a diventare pelle e ossa. Il matrimonio reale con tutto il carico di stress e impegni che ha significato per lei potrebbe essere invece la causa dell'eccessivo dimagrimento di Kate Middleton. La duchessa di Cambridge non può certo vantare curve formose, ma negli ultimi mesi il suo look è davvero scheletrico. E poi curve spigolose e ossa in vista anche per la top model Candice Swanepoel e per l'attrice americana LeeAnn Rimes, che su Twitter ha acceso una lunga polemica con i suoi fans, i quali le rimproveravano di essere troppo magra. Insomma le star devono fare attenzione, le spigolose non piacciono e magrezza è sempre meno sinonimo di bellezza.
mercoledì 21 settembre 2011
INTER KO
Il Novara "sintetico" vince
L'Inter esonera Gasperini
L'Inter esonera Gasperini
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Dopo una nottata di amarezza, il presidente dell'Inter Massimo Moratti ha preso la decisione di rimuovere l'allenatore Gian Piero Gasperini. Un comunicato ufficiale pubblicato alle 12.30 sul sito nerazzurro annuncia che la squadra è stata affidata temporaneamente ai due vice del tecnico appena esonerato, Baresi e Bernazzani. Ma già si guarda al prossimo allenatore, che potrebbe essere Claudio Ranieri.
Non sarà facile, però ritrovare il bandolo di una squadra che nell'anticipo del turno infrasettimanale ha subito il ko in casa di un Novara appena riemerso in serie A. L’Inter non c’è più e quel che resta, a questo punto, è solo un pugno di idee per rendere meno mortificante il presente e dare un minimo di senso all’immediato futuro. Non sarà facile: mancano i contenuti per invertire la tendenza e per prima cosa, dopo la secca sconfitta con il Novara, seconda debacle in campionato (un punto in tre giornate), la terza con la Champions, cambierà la guida tecnica e la squadra di Massimo Moratti tornerà ad essere un cantiere. L’ennesimo cantiere che in poco più di un anno ha bruciato 4 allenatori, Mourinho compreso. Lo splendido Novara ritorna in serie A dopo 55 anni festeggiando un successo limpido, ineccepibile, persino stretto nelle dimensioni.
Nella notte del record di 757 presenze di Javier Zanetti (superato Beppe Bergomi), Gasperini non ha resistito ed è tornato ai suoi cardini: modulo 3-4-3 e notte fonda, dalla testa ai piedi. Difesa perforata, attacco improvvisato, la disperazione di qualche giocatore in fuga solitaria (Lucio). Il gioco dell’Inter non è decollato nemmeno stavolta. E pensare che il tecnico, prima del match, si era appellato alla sfortuna. Ieri sono bastati trenta secondi, quelli iniziali, per fotografare un Inter alle corde. Meggiorini ha sparato a raffica per 90’. Ai nerazzurri è mancato praticamente tutto, tranne, magra consolazione, l’impegno. Sneijder dispensa palloni, nessuno sa che farsene. Il meritato e ritardato vantaggio novarese, dopo quattro occasioni buttate alle ortiche, arriva al minuto 38’. Cambiasso perde il pallone, ultimo passaggio di Mazzarani, botta finale di Meggiorni. Gioca bene la squadra di Tesser, lavora di fino e in velocità la coppia Rigoni- Meggiorini. Dopo il basso profilo dei primi 45’, Gasparini va in confusione e modella un 3-4-1-2 con Obi e Pazzini al posto di Castaignos e Forlan, poi dentro anche Zarate.
La brancaleonica armata nerazzurra va persino a peggiorare. Piombano il rigore trasformato da Rigoni (strattonamento di Ranocchia e rosso per lui), la rete di Cambiasso e il 3-1finale di Rigoni . Entusiasmo Novara e notte fonda interista.
Non sarà facile, però ritrovare il bandolo di una squadra che nell'anticipo del turno infrasettimanale ha subito il ko in casa di un Novara appena riemerso in serie A. L’Inter non c’è più e quel che resta, a questo punto, è solo un pugno di idee per rendere meno mortificante il presente e dare un minimo di senso all’immediato futuro. Non sarà facile: mancano i contenuti per invertire la tendenza e per prima cosa, dopo la secca sconfitta con il Novara, seconda debacle in campionato (un punto in tre giornate), la terza con la Champions, cambierà la guida tecnica e la squadra di Massimo Moratti tornerà ad essere un cantiere. L’ennesimo cantiere che in poco più di un anno ha bruciato 4 allenatori, Mourinho compreso. Lo splendido Novara ritorna in serie A dopo 55 anni festeggiando un successo limpido, ineccepibile, persino stretto nelle dimensioni.
Nella notte del record di 757 presenze di Javier Zanetti (superato Beppe Bergomi), Gasperini non ha resistito ed è tornato ai suoi cardini: modulo 3-4-3 e notte fonda, dalla testa ai piedi. Difesa perforata, attacco improvvisato, la disperazione di qualche giocatore in fuga solitaria (Lucio). Il gioco dell’Inter non è decollato nemmeno stavolta. E pensare che il tecnico, prima del match, si era appellato alla sfortuna. Ieri sono bastati trenta secondi, quelli iniziali, per fotografare un Inter alle corde. Meggiorini ha sparato a raffica per 90’. Ai nerazzurri è mancato praticamente tutto, tranne, magra consolazione, l’impegno. Sneijder dispensa palloni, nessuno sa che farsene. Il meritato e ritardato vantaggio novarese, dopo quattro occasioni buttate alle ortiche, arriva al minuto 38’. Cambiasso perde il pallone, ultimo passaggio di Mazzarani, botta finale di Meggiorni. Gioca bene la squadra di Tesser, lavora di fino e in velocità la coppia Rigoni- Meggiorini. Dopo il basso profilo dei primi 45’, Gasparini va in confusione e modella un 3-4-1-2 con Obi e Pazzini al posto di Castaignos e Forlan, poi dentro anche Zarate.
La brancaleonica armata nerazzurra va persino a peggiorare. Piombano il rigore trasformato da Rigoni (strattonamento di Ranocchia e rosso per lui), la rete di Cambiasso e il 3-1finale di Rigoni . Entusiasmo Novara e notte fonda interista.
Sull'altare dice NO
Sull'altare sposo dice NO: Perché? Chiedetelo a sposa e suo testimone
A Monopoli è il gossip del momento. Sembra infatti che giorni fa un matrimonio si sia interrotto sul più bello. Dopo il "sì" della sposa arriva il "no" dello sposo che spiega: "Perché questa scelta? Chiedetelo alla sposa e al suo testimone".
A Monopoli, in provincia di Bari, non si parla d'altro da giorni, soprattutto ora che sono arrivati anche i media. Giorni fa, come riporta La Repubblica, sembra infatti che si sia svolta (o meglio ancora "interrotta") una cerimonia nuziale degna di un film, anche se per adesso la fine sembra ancora tutta da scrivere. Tutto pare essere cominciato come consuetudine e tradizione vuole: la sposa varca la navata centrale della chiesa, attesa all'altare dal futuro marito. I parenti di lei (forse una estetista) e di lui (forse figlio di un benzinaio) nelle rispettive navate, commossi e felici per l'uonione che sta per svolgersi. C'è naturalmente il fotografo, il prete e i testimoni, uno dei quali, si scoprirà poco dopo, è pietra dello scandalo. La cerimonia ha inizio e la sposa non ha la minima esitazione nel rispondere "sì" appena terminata la domanda di rito. Non la stessa cosa lo sposo, che dopo attimi di suspance esclama un sonoro "no". A questo punto la musica si ferma, sempre da racconto popolare, e tutti gli occhi rimangono puntati sull'uomo, che con un "coup de théatre", e forse non troppa galanteria, esclama: "Chiedetelo alla sposa e al suo testimone, il perché di questa scelta". Il motivo della sua decisione a questo punto è chiara. Cosa sia successo in seguito i più lo ignorano, visto che il paese sembra stia difendendo la riservatezza sia di lui che di lei (che del testimone). Indiscrezioni vogliono però che mentre i parenti della sposa se ne tornavano a casa imbarazzati, lo sposo abbia deciso di festeggiare comunque nel ristorante ormai prenotato, non certo il matrimonio mancato ma il suo ritorno alla libertà
Ribas:ecco il perchè della sua sparizione televisiva
Ana Laura Ribas in lacrime: ''Ho il cancro''
L'intervista a Vanity Fair. Poi racconta l'episodio della cena con Marco Travaglio.
Ha il cancro e ha deciso di raccontarlo. Ana Laura Ribas, 43 anni, valletta da 20, (inizia come “ragazza Bingo” a TeleMike), famosa soprattutto per la partecipazione all’Isola dei Famosi e per la falsa testimonianza nell’inchiesta di Vallettopoli (la sua posizione fu poi archiviata), si sfoga in lacrime su Vanity Fair.
L'intervento
Operata a un’ovaia (che le è stata asportata) per una neoplasia, sottoposta a cura ormonale, quando rilascia l’intervista è alla vigilia di un nuovo intervento, una biopsia che le dirà se la malattia è stata debellata, o se dovrà procedere asportando anche l’utero. Nel raccontarlo scoppia a piangere davanti al giornalista.
Niente figli, ma non è un problema
“Sto lottando da un anno, ma questa malattia sembra più dura di me”, dice. I medici, fa capire, sembrano convinti che si dovrà procedere con l’asportazione dell’organo riproduttivo, che per la maggior parte delle pazienti significa menopausa precoce e cure ormonali a vita. Niente figli, ma questo non impensierisce la show girl: “Non ho senso materno”.Lele Mora e il fidanzato
Poi passa a parlare del resto, la chirurgia estetica, che lei approva: “Se una non trova se stessa credo che sia giusto ricorrere al bisturi”, il fidanzato, di 20 anni più giovane: “Mi cambierà presto per due ragazze di 22 anni, ma io non lo cambierei per uno di 50”, Lele Mora: “Forse sono l’unica alla quale Mora ha più tolto che dato”.A tutto campo
La Ribas non si tira indietro quando si parla della sua vita privata, anzi. Racconta nei dettagli l’episodio della presunta relazione con Marco Travaglio, che fu “rivelata” da Lele Mora in tv. “Che cosa c’era di vero?”, chiede il giornalista. “Una simpatia”, risponde lei, raccontando che si conobbero quando lei andò a teatro a vedere Promemoria, lo spettacolo di Travaglio, con lo scrittore e giornalista Massimo Fini.La cena con Travaglio
“Poi siamo andati a cena tutti insieme e abbiamo riso come matti. Marco è un uomo timido, affascinante, divertente: in sintesi, un gran figo”.E il dopocena
Prosegue con la narrazione: “Marco e io siamo saliti nella mia auto, dovevo andare a casa per portare fuori il mio cagnolino Gregorio. E lui, a sorpresa, si è offerto di accompagnarmi”. Poi sono saliti a casa, ma nulla di che. “Abbiamo bevuto l’ultimo bicchiere e ci siamo salutati. Niente fidanzamento”, dice la show girl, che conclude: “Però Marco è stato molto carino con me, quando mi hanno accusata di essere una sfigata che voleva ‘inguaiare’ un giornalista d’assalto e in più sposato, lui non si è tirato indietro e mi ha difesa”.Vascoooooo eh già!
eh già
sembrava la fine del mondo
ma sono ancora qua
ci vuole abilità
eh, già
il freddo quando arriva poi va via
il tempo di inventarsi un’altra diavoleria
eh, già
sembrava la fine del mondo
ma sono qua
e non c’è niente che non va
non c’è niente da cambiare
col cuore che batte più forte
la vita che va e non va
al diavolo non si vende
si regala
con l’anima che si pente
metà e metà
con l’aria, col sole
con la rabbia nel cuore
con l’odio, l’amore
in quattro parole
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
io sono ancora qua
eh, già
ormai io sono vaccinato, sai
ci vuole fantasia
e allora che si fa?
eh, già
riprenditi la vita che vuoi tu
io resto sempre in bilico
più o meno, su per giù
più giù, più su
più giù, più su
più su, più giù
più su, più giù
più su, più giù
più su
col cuore che batte più forte
la vita che va e non va
con quello che non si prende
con quello che non si dà
poi l’anima che si arrende
alla malinconia
poi piango, poi rido
poi non mi decido
cosa succederà?
col cuore che batte più forte
la notte ha da passà
al diavolo non si vende
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
io sono ancora qua
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
sembrava la fine del mondo
ma sono ancora qua
ci vuole abilità
eh, già
il freddo quando arriva poi va via
il tempo di inventarsi un’altra diavoleria
eh, già
sembrava la fine del mondo
ma sono qua
e non c’è niente che non va
non c’è niente da cambiare
col cuore che batte più forte
la vita che va e non va
al diavolo non si vende
si regala
con l’anima che si pente
metà e metà
con l’aria, col sole
con la rabbia nel cuore
con l’odio, l’amore
in quattro parole
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
io sono ancora qua
eh, già
ormai io sono vaccinato, sai
ci vuole fantasia
e allora che si fa?
eh, già
riprenditi la vita che vuoi tu
io resto sempre in bilico
più o meno, su per giù
più giù, più su
più giù, più su
più su, più giù
più su, più giù
più su, più giù
più su
col cuore che batte più forte
la vita che va e non va
con quello che non si prende
con quello che non si dà
poi l’anima che si arrende
alla malinconia
poi piango, poi rido
poi non mi decido
cosa succederà?
col cuore che batte più forte
la notte ha da passà
al diavolo non si vende
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
io sono ancora qua
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
Poesia di Pablo Neruda...LENTAMENTE MUORE
Lentamente muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
(P. Neruda)
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
(P. Neruda)
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